La vita ecclesiale

Edificata negli anni 70, sede parrocchiale dal 1986, la chiesa di Prato Nevoso è la "casa" religiosa non solo dei residenti, ma dei tanti turisti che affollano la stazione durante la stagione invernale e in estate.
Le celebrazioni dunque accompagnano queste presenze con la S. Messa prefestiva celebrata tutti i sabati nel pomeriggio durante la stagione sciistica e la S. Messa domenicale in estate.

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Il nuovo libretto “In preghiera”

Curato dalla nostra vulcanica Monica un bel libretto con preghiere e i misteri del rosario (28 pagine in tutto) è disponibile in 50 copie in chiesa. Può essere utile per la preghiera solitaria e lo sarà certamente per la recita di quelle corali..

Don Adriano Preve è il nuovo parroco

La parrocchia di San Giovanni Battista a Frabosa Soprana ha accolto il nuovo parroco, don Adriano Preve, proveniente dalla ventennale esperienza pastorale alla guida delle comunità di Calizzano, Caragna, Vetria e Bardineto (in Valle Bormida).
Oltre a Frabosa Soprana, a don Adriano Preve sono affidate le parrocchie di Serro, Fontane, Corsaglia, Miroglio e la nostra di Prato Nevoso.

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Nel presentarlo alla comunità, il vescovo ha parlato, in modo mirato, di una intelligente pastorale del turismo, in un territorio che ha una forte vocazione al riguardo, sollecitando ad avere, nella Zona pastorale, “il coraggio di pensare e proporre iniziative ‘in uscita’… in grado di accompagnare il tempo prezioso del villeggiante, tempo che può rivelarsi favorevole sia per riprendere in mano la propria vita, sia per riscoprire l’importanza della relazione col Signore, origine e compimento della nostra esistenza. Un compito certamente non facile, questo, che penso possa attuarsi solo a partire da due condizioni: l’accoglienza o l’ospitalità, l’incontro e l’ascolto”.

«Le esequie di don Giovanni mi trovano, purtroppo, lontano da Mondovì, per impegni di cui mi vien fatto obbligo, e inderogabili. Desidero tuttavia far sentire la mia viva partecipazione e la mia vicinanza ai parenti, agli amici e ai suoi confratelli sacerdoti. Con don Giovanni la collaborazione in questi miei primi due anni è stata intensa. Ho avuto modo quindi di conoscerlo e di apprezzare la sua disponibilità e la sua generosità, la sua capacità di armonizzare le questioni burocratiche e amministrative con le questioni più personali dei suoi interlocutori. Certo, se ne ho ben compreso la personalità, la sua vocazione prima e più amata è stata quella di pastore d’anime: credo che nulla lo facesse sentire realizzato quanto portare il Vangelo (e la cura che ne deriva) alle persone, in parrocchia, dove ha servito il Signore e i suoi fratelli dal 1968 (vice-parroco a Piandellavalle e Morozzo) al 2016 (parroco a Monastero, Vicoforte, Miroglio e Pratonevoso). Ma nella intensa vita sacerdotale di don Giovanni non c’è stato solo questo. C’e stata anche l’esperienza di curia, culminata con la nomina a Economo diocesano, e c’è stata la direzione della Casa del clero, dove si è occupato dei confratelli anziani, quando peraltro era già anziano lui stesso.
Ebbene, nell’ingrato lavoro di Curia, don Giovanni è riuscito a riscuotere la fiducia dei sacerdoti, facendo di tutto per aiutarli a risolvere i loro problemi. E con i confratelli anziani ha incarnato quella carità evangelica che mette gli altri e le loro necessità al primo posto, quella che imprime in cuore il semplice motto: "Prima gli altri, dopo io". Timido al punto da poter apparire ruvido, sembrava costantemente timoroso di disturbare o di sbagliare, rapido nel passo e nelle decisioni, sempre prese a favore del prossimo e mai a favore proprio, intransigente sulle questioni che lo riguardavano e zelante nei compiti che si assumeva, solo all’ultimo aveva sciolto la sua serietà in una cordialità più sorridente, da anziano che può permetterselo perché ha combattuto la buona battaglia per la vita intera.
Se gli si diceva grazie, arrossiva, don Giovanni. Perchè il bene per lui era la norma, e andava compiuto nel nascondimento, senza cercare riconoscenza o gratificazione. Sono uomini e sacerdoti cresciuti in altre epoche, quelli come don Giovanni. Perderli ci impoverisce e ci obbliga da un lato al sentimento della gratitudine, dall’altro al proposito doveroso e fermo di continuarne l’opera, di non dimenticarne lo stile, di non disperderne l’eredità spirituale.»

Il ricordo di don Giovanni Catalano

A 78 anni si è spento dopo tre mesi di malattia il can. Giovanni Catalano, economo della diocesi, già parroco di Vico, Monastero Vasco, Roapiana ed Oberti, Miroglio, Prato Nevoso, nonchè dal paese di origine Castellino Tanaro. Decine i sacerdoti a concelebrare le esequie, presiedute dal vescovo emerito mons. Sebastiano Dho, con al fianco mons. Luciano Pacomio. Trattenuto a Roma da un impegno inderogabile, mons. Egidio Miragoli ha inviato un ricordo letto durante la celebrazione da don Flavio Begliatti.

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